Oggi recensisco per voi Licorice pizza, di Paul Thomas Anderson, da qui in avanti PTA. Potremmo magari iniziare dal titolo, ma no, facciamo le cose per bene.

Recensione breve:
Nella nostra** bolla social è considerato l’evento dell’anno, tutti ad aspettare la sua uscita, scene isteriche di massa e gente che si strappa i capelli. L’aspettativa era un po’ altina. Per quanto mi riguarda no, cioè. Di PTA avevo visto solo Inherent Vice, caruccio ma non ci aveva convinto. Si riconferma la carineria non convincente. In sostanza è un meh. Fine.
Recensione articolata:
Ok, se non vi scoccia ora spiegherò perché LP non mi convince. La tramina è semplice: ragazzino di quindici anni si – diciamo così – innamora di una di venticinque, passa il suo tempo a smaneggiare per far soldi, Los Angeles e musica anni settanta, fauna hollywoodiana. Gli ingredienti dovrebbero esserci, se non che.
Prendiamo un momento la musica, ok? Il titolo, per esempio. Nel film ci sono un paio di momenti legati alla musica, e sono la radio che manda le pubblicità e un gruppazzo di adolescenti che suonano dal vivo. Non c’è nemmeno una scena, nemmeno un frame in cui si veda la famosa pizza di liquirizia del titolo***. Da un po’ di tempo c’è questa moda di dar titoli che non c’entrano nulla con l’opera stessa****. Ma vabbe’, uno dice: è per l’atmosfera.
Da cosa è data l’atmosfera di un film? Scene, luci, musiche, diciamo. Ora, tutto bello, soprattutto la colonna sonora. Grazie al cazzo, parliamo di anni settanta. Tipo David Bowie, no? Ora, la canzone più bella di Bowie a furor di popolo è Life on Mars*****. La infilano dappertutto, non c’è scampo. PTA fa l’originale e di Bowie, per il suo film, sceglie Life on Mars. Grande dai.
Si tratta comunque di una love story. Esaminiamo i protagonisti.
Cicciobello creepy ha come caratteristiche, uhm, mamma pr, quindi conosce un sacco di gente “giusta”. Smaneggione, cerca sempre il modo di far soldi con idee balzane. Mamma evidentemente approva, boh. Mamma poteva pure essere il cartonato di Agnès Varda, per quanto riguarda l’economia del racconto, forse Agnès è un po’ più viva. Vita interiore di Cicciobello, inesistente. A un certo punto mostra un vagito di gelosia per una ragione assurda (la protagonista non gli fa vedere le zizze). Interessi (a parte i maneggi), idee, sogni e speranze? Boh.
Bellina lei: la sua caratteristica principale è che ha venticinque anni. Per noi magari non vuol dir nulla, ma all’epoca (anni settanta) a venticinque anni eri già grandicella, eh******. Comunque la sua caratteristica è questa, lei passa tutto il film a dire di avere venticique anni (salvo quando si sbaglia e dice che ne ha ventotto, che è l’età vera di Alana Haim quando ha fatto il film: ma quello è perché era emozionata di recitare con Bradley Cooper, e l’hanno preso quel take: pure simpatica, la cosa, ma insomma, Bradley Cooper, boh). Certo, ha una sua vita interiore, si vede un’anticchia di più, si vede che aspira a qualcosa, che vorrebbe crescere un po’. A un certo punto pare anche scrollarsi dal nulla cosmico su cui si basa questa love story, quando (SPOILER!) telefona a un suo vecchio conoscente o compagno di scuola, pure caruccio, che lavora per la campagna di un politico locale. Oh, finalmente Bellina lei mostra di avere davvero venticinque anni! Salvo poi crollare miseramente sul finale.
A proposito di lei, il film delude le aspettative fin dal principio, la sua famiglia (che è la sua vera famiglia, padre, madre e sorelle – Ale mi dice che le tre sono un gruppo pure famoso, le Haim, ma lo sapete che di gruppi di Los Angeles sono rimasta ai Doors – che ci stanno pure loro nel film) sembra una cosa e si rivela tutt’altro. Proprio all’inizio lei rientra a casa verso le dieci di sera, dopo essere stata in un locale con Creepy Ciccio. Trova il padre ad aspettarla fuori, mentre tira a canestro. Io, oltre che mezza sorda sono pure un po’ ciecata, quindi vi dirò, a me è balzato proprio in mente come uno di quei padri grossi, cattivi e ignoranti (che votano Trump) di Stephen King. E dove sei stata, e hai visto che ora è, e con chi eri. Con Lisa, dice lei. E chi cazzo è Lisa, non la conosco. Temi un attimo che lui la segua in casa e la corchi di mazzate (facevano così, nei romanzi di King). Wow, sì, erano gli anni settanta, ad oggi, alle dieci non è manco finito il film in prima serata, sono altri tempi. La cosa interessante è che lei deve costruire una storia, un flirt, quel che d’è, e contemporaneamente gestire sta famiglia tossica, dai, finalmente un po’ di polvere e sangue, un po’ di vita. Macché. Perché fin dalla scena seguente si scopre che papà non è un buzzurro pretrumpiano, è un agente immobiliare con velleità da rabbino, prega a cena ed è a suo modo ciccio. Non fa paura a nessuno, infatti le figlie fanno il piffero che vogliono, fumano, portano ragazzi in casa (certo, l’unico che porta Bellina lei è un cretino tanto quanto Creepy Ciccio, vabbè, e paparino lo caccia via. Sta a vedere che paparino è il personaggio migliore del film!). Si vede che lei, all’inizio, aveva detto di essere con Lisa perché si vergognava di far sapere che usciva con uno come Creepy. Beh, mi vergognerei pure io.
Il film ha comunque dei momenti divertenti, e sono il contorno, quello che non riguarda la love story. Per esempio Bellina che va a cena con Sean Penn, che dovrebbe sceglierla come protagonista di un film per il quale lei aveva appena fatto il provino, che una si immagina vabbè, faccio la carina, gli faccio un lavoretto, mi porto a casa il film e mi metto in affari, invece no, le capita il folle rider nostalgico. Mai ‘na gioia, insomma.
Da vedere se: vi piacciono gli anni settanta e il gossip su certa gente di L.A. di quegli anni.
Momento top: Bellina che guida un camion a retromarcia, senza benzina, giù per le colline di Hollywood.
Momento nope: minchia, tutta la love story.*******
*A proposito di titoli che non c’entrano niente…
** Cioè, quella di Ale. La mia è piena di scrittori e di solito gli scrittori non ci capiscono di cinema. Diamine, è difficile pure per me che ho studiato quella roba!
*** Licorice pizza era l’insegna di una catena di negozi di vinili. Mh. L’unico vinile di cui si parla nel film serve a fare i letti ad acqua, altra roba improbabile che non rimpiangeremo.
**** Il titolo di lavorazione, Soggy Bottom, era molto più calzante, in effetti, lol.
***** Dopo la serie è un rischio, chiaro. Ora, non parlo di serie perché in genere non mi piacciono, e questa l’ho vista anni fa, ma mi pare che ad atmosfere e tutto il resto c’eravamo un pizzico in più. Ma non bisogna paragonare due tipi di narrazione così diversi come cinema e serie (come non bisogna farlo tra romanzo e film, lol).
****** E infatti all’inizio, mentre Creepy Ciccio cerca di strapparle un appuntamento, lei lo manda a stendere.
******* PTA Le fa, ste cose, basare rapporti uomo-donna sul niente. Come in Inherent Vice che boh, a un certo punto Gioacchino******** si fa una tipa così, con la stessa passione e calore del mio frigorifero. Almeno il mio frigorifero è pieno di cibo.
******** Oggi non si può più parlare male di Gioacchino perché ha fatto il Joker, è diventato un uomo serio. Vabbè, Ale, questa puoi toglierla se ti va (nda – nota di Alessandro: no no, io non tolgo niente, ti devi assumere tutta la responsabilità se arrivano le truppe cammellate dei miei amici cinefili infuriati per il sacrilegio; comunque, devo dire che anche a me PTA non convince mai del tutto, pur se qui ero ben disposto c’è sempre qualcosa che mi manca, tanta raffinata nostalgia, tanti momenti divertenti, tanta classe, tante golden lights, ma mai quell’abbandono vero che mi sarei aspettato dalle cose che ho letto)
Morta! XD Cicciobello Creepy … LOL! Ok, convince pochissimo, dopo aver letto qui anche meno. Sarà che a me i film adolescenti-style hanno sempre messo tristezza, dal Tempo delle mele in poi. Attendo altre recensioni per evitare alte aspettative e cadute in picchiata.
Gli amici cinefili dissentono: https://www.sentieriselvaggi.it/licorice-pizza-di-paul-thomas-anderson/