
Durante l’altra guerra, ho conosciuto un bravo veterinario il quale, non senza qualche parvenza di ragione, negava sistematicamente fede alle notizie giornalistiche. Ma se un compagno occasionale versava nel suo orecchio attento le più sorprendenti frottole, le beveva come vino schietto.
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È uno scandalo che nella nostra epoca, più che mai esposta alle tossine della menzogna e della falsa diceria, il metodo critico non figuri sia pure nel più piccolo cantuccio dei programmi d’insegnamento.
Il metodo scientifico è nei nostri programmi d’insegnamento e non mi pare che abbia fatto differenza. La massa è più propensa a credere all’urlatore di turno con le teorie di miocugginomiocuggino che non a un ragionamento scientifico.
Alla fine, qualsiasi metodo si utilizzi, è indifferente se l’atteggiamento principale è credere che il lampadario sia un disco volante.
E già.