Che poi è vero, i veri problemi sono altri, e i gusti sono gusti, e così via. Però a me continua a non andare giù. Ma partiamo dall’inizio.*
All’inizio era che facciamo a turno per chi sceglie cosa vedere la sera. Pure il tizio piccolo, che ha il venerdì tutto per lui. Lui non ha dubbi: Bud Spencer e Terence Hill al momento sono la sua Bibbia (su tutti: i Trinità, I due superpiedi quasi piatti, Non c’è due senza quattro – insomma E.B. Clucher regna).**

Ale per lavoro (vabbeh, chiamiamolo così) si è fatto tutto Miami Vice, e adesso dovrà farsi Crime Story, oltre ai suoi film. Io, avendo poca fantasia, mi butto su qualche serie classica. Dopo il miglior Sherlock Holmes della storia dell’audiovisivo sono passata al miglior Poirot della storia dell’audiovisivo, e poi ovviamente, per associazione Marple (che non so se sono le due migliori Marple della storia dell’audiovisivo)***. Finite le serie gialle che faccio? Che scelgo?

Allora mi sono ricordata che tanti anni fa mi piaceva particolarmente una serie inglese di fantascienza, Space: 1999. Mi ricordo che la trasmetteva Rai 2 dopo pranzo: tornavo da scuola, sistemavamo – io o le mie sorelle – la cucina e prima di mettermi a studiare guardavo le avventure di Koenig e soci. Perché no?, mi dico. Non ricordo quasi nulla degli episodi, a parte un paio, ma ricordo che era diverso da ciò che passavano di solito (tipo, uhm, Star Trek, che pure mi piaceva****). Così iniziamo la prima stagione, ed è bello come allora. Gli unici due episodi che ricordavo erano uno dei primi (quello in cui una della base partorisce un bimbo che in poche ore diventa adulto***** – e cattivo, ça va sans dire) e uno degli ultimi (quando la luna si sdoppia e torna in orbita attorno alla terra). Anzi questo era proprio l’ultimo trasmesso dalla Rai, quell’anno. Io pensavo che la serie si concludesse così.

INVECE NO! Perché la Rai era coproduttrice della prima stagione, e si vede che quell’anno avevano deciso di trasmettere solo quella, altrimenti mi ricorderei della seconda. Troppo brutta per dimenticarla.******
Il problema, da quel che ho capito, è che Gerry e Sylvia Anderson si erano divisi, ed erano arrivati gli americani (che, si sa, sono dei Mida scatologici) nella persona di tale Fred Freiberger. Nelle sue mani quella che era una serie diversa, originale, bella e anche piuttosto inquietante è diventata la brutta copia di Star-Trek-ma-con-la-luna-al-posto-dell’-enterprise, a cominciare dai titoli di testa, trasformati in una sigletta con animazioni didascaliche da mentecatti.
Allora, le uniformi: erano belle, uguali per uomini e donne; invece ecco le gonne per le donne e i badge, oltre che giacche colorate che uno si chiede come avranno fatto a trovare la stoffa per rifarle, dopo due anni a spasso nel cosmo*******, boh.
La sala di comando aveva un senso, le postazioni erano in cerchio in modo che tutti potessero parlarsi liberamente (sono scienziati e tecnici, non militari); le hanno spostate tutte in un verso, gli americani, fedeli alla loro idiotissima mania della frontiera – verso l’infinito e oltre…- come se la luna fosse una cazzo di astronave diretta dove vogliono loro, eddai. “Sullo schermo, signor Sul…” Ah no, non sei Sulu e non sono nella plancia dell’Enterprise. E toh, non mi chiamo nemmeno Kirk.
Inutile dire soprattutto che il tono cambia, nella prima le atmosfere erano spesso horror e metafisiche, qui sono tutti soldatini testosteronici pronti al sissignore, con alieni kattivissimi che gli fanno sempre fare a botte. Per non parlare dei cosiddetti siparietti comici. Ooooh, ne sentivo proprio il bisogno, dei siparietti comici ammmerigani dove alla fine tutti ridono come se fossero davvero divertentizzzimi, per non parlare delle love stories appiccicate con lo sputo.
La cosa che più mi ha fatto infuriare comunque è stato aver eliminato metà dei personaggi. Innanzitutto il mio amato professor Bergman, cancellato con una tecnica rodatissima: non si facevano trovare al telefono da Barry Morse dopo avergli offerto un compenso ridicolo pensando che lui avrebbe rifiutato. Al posto del miglior personaggio della serie hanno inserito una sciacquetta aliena mutaforma, bah. [A me Maya piace, comunque. Nota di Ale] Al posto del vicecomandante (mica uno qualsiasi, eh) Paul Morrow (che nemmeno hanno finto di ricontattare per la seconda stagione) hanno messo l’inutile Tony Verdecci, Vadesci, Ventreschi******** o come cazzarola si chiama, boh, la loro pronuncia dei nomi italiani è storicamente ridicola.
Hanno pure aggiunto il diario del capitano. Che tiene la dottoressa Russell, almeno facciamo vedere che in realtà non è proprio uguale uguale a quell’altro.

Conclusione: che merda la seconda stagione di Space: 1999. Aridateme Bergman! Bah.
*: questa cosa che devo spiegare e contestualizzare tutti i miei rant inizia a essere fastidiosetta.
**: una volta ho provato a fargli vedere un paio di episodi de Kommissar Rex. Ah, ma è un cane, mi fa. Bravo Giordano, sempre sul pezzo. Non ha voluto ripetere l’esperimento.
***: Geraldine McEwan bellissima, comunque.
****: pure tanto. Ma non come Space: 1999.
*****: idea copiata poi – indovina da chi? – da The Next Generation, in cui la Consigliera Troy partorisce un bambino che cresce in pochi giorni. Però non è cattivo. Quei buonisti di ST-TNG, eh?)
******: la chemio cancella solo i ricordi belli, mi sa, toh.
*******: non hanno risorse per mantenere in vita altri esseri umani, per questo non fanno altri bambini (oltre al primo che poi non si sa dove sia finito) però trovano le stoffe per le uniformi.
********: Verducci, Baldisci, Mortacci???