Ex Libris 374 (fantasticherie)

Foto del 29-01-20 alle 11.00

La fantasticheria affascinata – la più esclusiva e ossessionante di tutte – pare condurre lungo un cammino discendente, seguendo una sua specifica pesantezza, verso quelle regioni di frontiera in cui lo spirito si lascia inghiottire dal mondo, facendosi quasi integrare completamente in uno dei suoi regni. Ma esiste anche un altro tipo di fantasticheria, più rara, alla quale sono correlati altri privilegi, quasi sempre indice di una sensazione di libertà e spesso di fulminante ubiquità presente in tutti i più bei sogni di volo: una fantasticheria ascensionale che non tende a una finale indeterminatezza o a una certezza dell’elemento, bensì verso quella totale libertà associativa che è in grado di rimettere in discussione, senza sosta, significati e immagini: essa vive esclusivamente nella velocità, il suo tragitto d’elezione è il cortocircuito. Non appena se ne fa esperienza, lo spirito è abitato da una leggerezza irreale in cui risiede anche un sentimento di felicità che non assomiglia a nient’altro che a se stesso: come se un’infinita prospettiva di trapezi volanti dalle oscillazioni miracolosamente sincronizzate gli facesse danzare davanti tutti i possibili percorsi dell’aria. Una tale fantasticheria si risveglia più che altro in certi momenti d’eccezione, sospinta, propulsa, dal flusso di energia liberato dal riattivarsi, per tramite della memoria, di oggetti e paesaggi che in precedenza si erano colorati per noi di una violenta tonalità affettiva, come se la memoria stessa, nell’atto di resuscitarli, disponesse d’un tratto su di loro di un magico potere di fissione.


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