Dubbi gibileschi: “Il cinghiale è parente del riccio?”
“Avete messo le cose velocissime nel carrello. Siete degli stracci fatici.” (sic, magari ha studiato Malinowski)
La discriminante temporale fondamentale: “Quando non c’era il coronavirus…”
“Attento a come cammini. I sampietrini neri sono bombe. Da quelli bianchi esce succo di mela.”
“Mica Van Gogh. Mica Van Gogh. Mica Van Gogh.” (ossessivamente, dopo aver ascoltato Caparezza)
“Voglio la musica rock. È musica rock questa? Allora alza.”
“Vero che i calabroni sono più grandi degli zombie?”
Guardando i Looney Tunes: “Papà, guarda il coyote, beep beep lo frega sempre.” “Già, povero coyote.” “No, povero beep beep, lui lo vuole mangiare.” Eh, effettivamente…
Si ripropone come testimonial: “Ikea, quanto sono contento di vederti.”
“Sono uno da notte perché ho gli occhi da gatto.”
Visto che ha gli occhi da gatto, bizzarre visioni gattesche serali: “Nando sembra un coccodrillo di acqua salata che sta migrando nell’Oceano Pacifico”.
Altre lezioni di anatomia: “Lo sai come va il cibo al cervello? Ci sono dei tubicini nei capelli che ce lo portano.”
“Mi ha colpito un cactus con la sua unica spina, si chiama cactus Solaspina.”
“Papà, mi è piaciuto tantissimo l’inizio del film di ieri, con quell’attrezzo.” L’attrezzo sarebbe il trapano magnetico, e il film Thief. Piccoli mannniani crescono.
“Papà, quanto sono bello? Te lo dico io: più della luce, anzi più delle stelle.”