Perché oggi il “dialogo” fra culture è cruciale? Non è solo una necessità storica per evitare una cecità (uno scontro) mortale: il dialogo è anche una grande opportunità. Infatti, dal momento che non crediamo più a una qualche “natura” dell’Uomo, determinata e definitiva (quale Messaggio o grande Narrazione si rivela più affidabile, una volta che ci si libera del proprio etnocentrismo?), è solo partendo dalla riflessività che si innesca tra le diverse culture del mondo che possiamo esplorare che cosa “ne è” dell’umano: apprendere contemporaneamente la dimensione comune che esso è – o piuttosto che esso crea – e i suoi diversi possibili. Il che ci porta a considerare le diverse culture non più dal punto di vista della loro stessa identità, sempre più o meno fittizia, ma di quella che chiamerei la loro fecondità: le diverse culture sono tutte risorse suscettibili di dispiegarsi in avventurosi possibili che ogni intelligenza umana, se si sofferma sulla loro coerenza, può, con pazienza, comprendere e sfruttare. Nessun limite stabilito per principio. Ebbene, la questione è attuale, e si pone anche con urgenza. In un’epoca in cui ci si preoccupa tanto dell’esaurimento delle risorse naturali del pianeta, non ci si dovrebbe allo stesso modo preoccupare del fatto che queste risorse culturali vengono rapidamente cancellate sotto il rullo compressore della standardizzazione mondiale – appiattite come sono ormai sugli stereotipi e in grado di fornire solo un’illusione esotica?
Molto interessante, grazie! Me lo sono segnata da leggere.
Prego, sempre ben liet*.