GB in “Guarda me cosa dicio” Amarcord dei 2 anni

“Chi sono io?”
“Amma!”
“E lui?”
“PaPA’!”
“Poi chi c’è?”
“Onna!” ”
E?”
“OnnO!”
“Quindi?”
“Ia (Zia, ndr)”
“E anche…”
“Io (Zio, ndr)”
“Il cane?”
“Baaa…”
“La pizza?”
“Aamm!”

Assonanze: “Mamma!”; “Aamm!” (fame); “Vraam!” (tutto ciò che è dotato di ruote).

Aammshi/maamshi (il nuovo mantra).

Che c’è di meglio del “buuu!” (blue)? L'”abuuu!” (light blue).

“Prendiamo un cane?”
“No. Miao!”

“GioGiò”/”Ciucciò” (il distico preferito da GB)

GB al telefono: fa “Sciao”, saluta con la manina, manda i baci e… clic.

Da quando ha scoperto su e giù, è tutto un “SU! GIU’!”, con tono perentorio. E siccome ha scoperto pure come si dice quando Papusko o Mamuska si arrabbiano, vai con “Papabyaya” e “Mamabyaya”.

GB va alla casetta di fuori dove quella disgraziata di Fughetta ha sfornato quattro micini, indica e fa “GiòGiò”. Tutti i piccoli sono GiòGiò.

Gli enigmi di GB: tra una canticchiata e l’altra ogni tanto inizia a dire, ben scandito: “Enne! Otto! Enne! Otto!” Che avrà voluto dì?!?

A volte quando provi a dirgli qualcosa di serio – spiegazioni estetiche, insegnamenti scientifici, insegnamenti fondamentali – non ti lascia neanche finire, allunga la mano come a rassicurarti e inizia a dire “Sì(m). Sì(m). Sì(m).”, tipo “Sì, certo, non ti preoccupare, ci credo, senza che fai tutta ‘sta fatica”. Ti senti un po’ preso per i fondelli ma è cicciolissimo.

Questo periodo è tutto un “Pizza!” (più precisamente “Ammu GiòGiò pizza!”), oppure “Pasta!”, oppure “Blu!” (sarebbero i popcorn, dalla confezione), oppure “Red!” (sarebbero le fragole).

Ha imparato a dire “E mo’?”

Tormentoni: “Su papà su” (vuol essere preso in braccio); “Alzi!” (vuole che ti alzi dalla tua comoda seduta); “Zio-Zia-Eo” (reclama lo ziame e il cugino Edoardo); “Etto no, Mamm Sci” (non vuole andare a letto, vuole vedere i video con le macchine).

Prima era GioGiò, adesso, si presenta con tutti i crismi. “Come ti chiami?” “GioGiò Bruno”.

“Preferisci mamma o mam mam?”
“Mam mam.”
“Allora…”

Quando proponi i conteggi a GB perché faccia una cosa (“Ora conto da 1 a 10, poi devi venire a cambiarti”), e lui te li rigira (“Unio, duie, tre…”).

I genitori dovrebbero capire sempre quello che dicono i pargoli, ma a volte quando Gb inizia a parlare a manetta, sembra proprio una poesia di Hugo Ball.


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