Ex Libris 357 (non vogliono)

Il patriarcato è come la mafia: buona parte della sua mission, per così dire, è farci credere che non esista. Se pensi di vivere nel migliore dei mondi possibili, non ti viene in mente di cambiarlo, o comunque nemmeno sospetti l’esistenza di un sistema architettato nei minimi dettagli per stritolare i suoi elementi deboli e assicurare il successo solo a quelli che per nascita o abilità mimetica riescono a giocare secondo le regole.
Il patriarcato italiano è bianco, maschio, borghese: ti racconta che puoi avere tutto quello che vuoi, se lo vuoi, ma ti racconta anche quello che devi volere, a seconda che tu sia maschio, femmina, etero, gay, cisgender o transgender, bianco o no.
Ogni paese ha il suo patriarcato, ma il nostro è così: ha quella faccia lì, da signore di mezza età in giacca e cravatta che ti assicura, serissimo, che la sua azienda non fa distinzioni di genere nelle assunzioni e nelle promozioni, e lo fa essendo circondato interamente da maschi. Ci piacerebbe tantissimo, dice il patriarcato, avere più donne ai vertici.
Ma loro non vogliono, preferiscono la famiglia.
Non le troviamo.
Non ci sono.
Se ci sono, si facciano vive.
Lo dice tranquillo, mentre dietro le sue spalle dieci colleghe di grado più basso, più volte scavalcate dai maschi, cercano di resistere all’impulso di strozzarlo con la cravatta come Leia con Jabba the Hutt.


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