Chi mi conosce sa del mio penchant per le voci femminili in generale, quelle del folk inglese in particolare.
Negli empirei, c’è lei, “la voce folk rock britannica per eccellenza” secondo Pete Townshend, e si parva licet secondo me, ovverosia Sandy Denny, una predestinata del cielo se c’è n’è stata una, e dal cielo perciò condannata al travaglio, all’infelicità, alla morte, da mescolare in proporzopnmi variabili nel calderone della creazione: oltre al puro cristallo celato nell’ugola, Sandy ha scritto/interpretato alcune delle canzoni che più amo in assoluto – le sublimi elegie coi Fairport Convention, Fotheringay, Who Knows Where the Time Goes, Crazy Man Michael, l’epica Banks of the Nile con gli eponimi Fotheringay, e poi John the Gun, Listen, Listen, Like an Old Fashioned Waltz, No More Sad Refrains. No more, davvero.
Lassù in alto, vicino a lei c’è anche Jacqui McShee, sacerdotessa del pentacolo che magicamente univa in matrimonio folk blues jazz musica antica, officiando riti indimenticabili come Let No Man Steal Your Thyme, The Trees They Do Grow High, Light Flight, Cruel Sister.
Poi, scendendo dai cieli del sublime nella polvere dei villaggi, nel fango dei campi, tra gli spruzzi salini sulle rive dell’oceano sarebbe venuta la ruspante Maddy Prior coi suoi Steeleye Span a dare una spinta più laica e rockeggiante a Dark-Eyed Sailor, The Blacksmith, When I Was on Horseback.
L’età dell’oro, come tutte le età dell’oro devono fare, è passata, ma più vicino a noi c’è sempre chi porta alta la fiamma. Basta ascoltare le sorelle Unthank dal reame di Northumbria che armonizzano sulle melodie dolcissime e sconsolate di Here’s the Tender Coming o Gan to the Kye. O scoprire che lo spettro di Sandy, 40 anni dopo, aleggia ancora nella casa sulla collina, nelle vacanze romane, nei vecchi cimiteri di un’altra benedetta dalle stelle, Olivia Chaney.
Sandy Danny, concordo… ho ascoltato volentieri le altre proposte e ricambio indicando il mio gruppo preferito: Mandolin Orange, del quale potete trovare un vastissimo repertorio su youtube. Qui l’ultima opera con un video straordinario:
Un’aria nuova, fresca, gentile, ispirata e musicalmente (voci e strumenti) solida, quale non credevo giappiù possibile.
Mi auguro che vi piaccia.
take cure of you, guys 🙂
Galvan
http://www.lamacchinadiluce.com
Ah, qui andiamo in territorio americana. Niente male, sì, non si conosceva, grazie della condivisione.