L’altra settimana si discuteva, mentre salivamo a Roma per la consueta lezione musicale di GB, su quanto effettivamente stiano male gli italiani. Su quanto sia, in parole povere, legittima la scusa della cattiva situazione economica degli italiani per dar contro ai migranti. Ovviamente sappiamo bene che eventuali dissesti finanziari non sono da attribuire ai poveracci che arrivano scappando da guerre, carestie e disastri vari (imputabili molto spesso – troppo spesso – al ricco occidente: land grabbing, water grabbing, sfruttamento minerario, vendita di armi a regimi più o meno ameni, tanto per citare a caso).
Ho pensato, magari ingenuamente, che potevo fare un piccolo esperimento, senza alcun valore scientifico o statistico, ovviamente. Ho deciso che avrei contato le automobili costose nel nostro percorso da casa dei miei (a Pietralata) a casa dei genitori di Ale (Monteverde). Attraverso quartieri di diversa estrazione sociale, dalla borgata pasoliniana (anche se ultimamente tenta di darsi una ripulita e gli appartamenti hanno costi ridicoli: nel senso che vedi quanto costano le case, ti fai una risata e dici nope, teneteveli) a quartieri verdi (nel vero senso della parola) passando per viuzze strette fra i palazzi o su strade veloci come la tangenziale. In una giornata tutto sommato tranquilla, il 2 giugno, in cui nemmeno all’uscita della Salaria c’era casino.
Ho contato le automobili che incrociavamo, lasciando stare quelle parcheggiate perché dovevo star dietro a tenere compagnia a GB, dividendole per marche (quando riuscivo a vederle bene) e auto di alta fascia.
In circa mezz’ora di percorso ho contato 9 BMW, 27 Mercedes, 14 Audi e 212 automobili varie di fascia alta. Fanno 262 auto molto costose. C’è anche da dire che non ho contato le Alfa Romeo, per esempio (che non sono proprio auto da poveracci) e le smart. C’è da dire che non ho contato le automobili nuove, e che a parte usato e zozzerie come la Dacia (per citare la nostra, di macchina), difficilmente viaggiano sotto ai 12, 15 mila euro. Ale e io, che tutto sommato non ce la caviamo malaccio (dopotutto abbiamo casa nostra, anche se in un paese che detesto, arriviamo a fine mese e possiamo pure permetterci il lusso di campare una colonia felina) non potremmo comunque permetterci un’auto nuova, anche se ci piacerebbe. La ibrida più scrausa sul mercato, per esempio, costa il doppio di quanto abbiamo pagato la sandero.
Se tanta gente può insomma permettersi di spendere una certa cifra non indifferente per un’auto nuova, significa anche che non stiamo poi messi cosi male. “La gente è stanca”, “la gente non ce la fa più”. La migliore di tutte: “i migranti negli alberghi a cinque stelle e gli italiani dormono in macchina!”. Beh, bisogna ammettere che si dorme piuttosto comodi in un captur. Lo so perché quando abbiamo dovuto sostituire lo specchietto della sandero (che qualche giovialone su a Silent Hill ha ben pensato di staccare di netto e portarsi via) mi sono infilata nell’auto in concessionaria e quasi mi ci abbioccavo tanto era comoda.
Evito di menzionare i famosi smartphone, che tanto piace citare ai razzisti di ogni regione quando discettano della bella vita dei rifugiati (io ho uno smartphone – che tanto smart poi non è, fa come je pare – di otto anni fa. Era già vetusto quando l’ho comprato, insomma, non accetta il 90% delle app che circolano oggi. Uno smartphone più recente non posso permettermelo, IO. Gli altri italiani, che mi vedo intorno, invece sono abbastanza ben dotati, direi)* che in realtà di solito sono cellulari rigenerati, vecchi, aggeggi che questi poveracci comprano risparmiando gli spiccioli, giusto per mettersi in contatto con quelli che hanno lasciato a casa e far sapere che sono vivi, che forse anche loro ce la faranno, che forse la fame è finita perché qualche soldo arriverà anche a loro.
E lascio perdere i ristoranti sempre pieni, sennò in pieno sclero vado a finire in territorio berlusconiano (che in questo periodo sono quasi tentata di rivalutare – è pure vegetariano, grande Silviozzo!), poi passerò al si stava meglio quando si stava peggio, piove governo ladro, dove andremo a finire signora mia…
* Ale manco quello, c’ha un normalissimo telefonino rimediato.