Ci siamo. Di nuovo qui.
Dopo Aristillo e Moka, un altro dei nostri amatissimi ha dovuto prendere il volo. Il bel Mao, il girovago, Mao che cammina per i boschi, Mao che ti saluta da lontano e ti guarda affettuoso, Mao che da gatto di strada terrorizzato era diventato un amico discreto sulla cui presenza potevi sempre contare. Abbiamo dovuto accompagnarlo. Era stanco, malato e sofferente. Abbiamo deciso di farlo andare con la dignità che gli restava, e anche perché un gatto che non ama più il cibo, è un gatto che non vuole vivere. E Mao amava il cibo, veniva sempre a controllare se gli altri avessero lasciato le ciotole piene.
E per un gatto che parte ce ne sono che arrivano. Lui è Peter Gabriel. Aveva iniziato a entrare e a piazzarsi dove meglio gli garbava, in salotto, in camera, in cameretta. Era un perfetto intruder, da qui al nome è stato un attimo. Appena fatto il lavoretto cui ahimé bisognerebbe sottoporre tutti i gatti su cui uno mette le mani, ha deciso che questa è casa sua. La prova del nove l’ho avuta qualche giorno fa, di mattina. Aprendo il portone di casa sono uscita, e pioveva. Lui è uscito con me, mi si è seduto accanto, ha contemplato la pioggia con aria filosofante, poi ha preso ed è rientrato.
Lei invece è Charlotte Gainsbourg. La solita micia sfiatata come una chanteuse francese che prende a schiaffoni tutti gli altri gatti. Anche lei è stata sterilizzata, ma in casa non ha voluto saperne di restare. Si limita a presidiare le cucce qui fuori della porta.
Benvenuti, voi due.