La Veritàààà

Sarà mica una delle cause della situazione in cui siamo? Lungi da noi lanciarci in analisi del dopo voto, che ce ne sono fin troppe, ma: a trionfare nelle elezioni di domenica sono M5S e Lega, i cui elettori sono, diciamo, tra i più inclini a cascare nelle trappole (o a usare scientemente; o peggio ancora a non capire il gioco quando è scoperto) delle fake news, dei deliri razzisti on line e compagnia bella. Da Rignano sul Membro ai clandestini Samuel L. Jackson e Magic Johnson, gli esempi sarebbero infiniti, no? Il popolo del vergognia, dei caps lock, degli insulti a Boldrini e dei suoi fantomatici parenti, insomma, ci siamo capiti.

Il problema del brodo di incultura in cui siamo immersi, dell’avversione agli intellettuali e del crollo del principio di autorità è serio, serissimo (uno dei firmatari di questo blog ha svolto per diversi anni l’attività di critico cinematografico, e sa l’importanza delle competenze nel questionare di un argomento); eppure niente, non riusciamo per reazione a salire sul carro dei debunker professionisti, dei blastatori dell’ignoranza popolare, dei cultori della razionalità senza se e senza ma. Perché? Beh, per esempio perché, leggendo uno dei tanti articoli sul tema, uscito un mesetto fa in piena campagna elettorale e svariante da Trump a Di Maio, in mezzo a tante cose pure condivisibili, troviamo un passo del genere:

Naturalmente non tutti hanno fortuna e possibilità di trovare la propria strada con lungimiranza e costanza, ma quel che non torna è la presunzione dell’incompetenza, quel saper tutto di tutto, “persone qualsiasi persuase di essere depositarie di un patrimonio di sapere, di essere più informati degli esperti, dei professori e di essere molto più acuti della massa di creduloni”, descrive (Tom) Nichols nel libro. Li chiama “spiegatori” entusiasti di illuminare, in conversazioni “estenuanti”, dalla storia dell’imperialismo ai pericoli connessi ai vaccini. È la comunità dei No Tav e dei No Tap che si battono contro un’opera pubblica e dei Novax avversa all’obbligatorietà dei vaccini, spesso non così erudita nei confronti della crociata da combattere.

Ecco, en passant, senza parere, buttata nello stesso calderone (strano manchino i vegan, che ci stan sempre a fagiolo) quella gran massa di beceri che vanno educati alla Verità e tolti dalle tenebre dell’ignoranza. Ora, accostare No Tav e Novax ci sembra già una bella stupidaggine. Possiamo essere sicuramente d’accordo sul fatto che molti antivaccinisti ne sparano di grosse e credono a stupidaggini le più varie, ma questo non ci indurrà mai a glorificare scientisti duri e puri stile Roberto Burioni o Elena Cattaneo (quest’ultima negli stessi giorni scriveva che è meglio obbligare piuttosto che far capire, tanto per essere chiari il terreno scivoloso su cui ci muoviamo). E quanto ai vituperati No Tav, beh, magari proprio ignorantissimi non sono, eh?

Questo per dire che vorremmo sottrarci alla morsa incrociata di “spiegatori” e “controspiegatori” rinchiusi nelle proprie certezze incrollabili. Non si combattono gli atteggiamenti antiscientifici con la supponenza del fedele razionalista (che è solo la faccia un po’ più presentabile del fanatico religioso: la scienza è l’arte del dubbio, sarebbe sempre da ricordarlo) o le fake news (termine su cui proponiamo una moratoria, visto che ormai in una inquietante torsione semantica si avvia alla designazione di qualsiasi notizia contraria ai propri convincimenti) con la certezza incrollabile e alla fine collaborazionista che le notizie ufficiali siano vangelo non questionabile. Bensì con una lucida analisi della imponderabile complessità dell’esistente, conscia di tutte le sue ambiguità, delle forze visibili e invisibili in campo, che sia seria, informata, e allo stesso non abbia paura di essere definita “complottista”* se va a svelare trame nascoste nel tessuto di quella che sembra la realtà. Altrimenti M5S e Lega vinceranno da qui all’eternità.

* Per una notevole rivendicazione di un “complottismo critico”, se vogliamo chiamarlo così, leggere questo.


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