Ex Libris 297 (rimboschimenti… ma non abbastanza)

In Italia ogni anno l’urbanizzazione divora 300 chilometri quadrati di terreno, un valore medio degli ultimi 50 anni. È come se ogni dodici mesi venisse asfaltata un’intera provincia. Questo mostro moderno si chiama “consumo del suolo” e divora la terra di cui si nutre, trasformandola in piazzali, case, capannoni, superfici artificiali. Processo che si verifica in tutto il mondo occidentale. In Italia, però, siamo i primi d’Europa: il 7% del patrio suolo è coperto di cemento, contro una media UE attorno al 4%, poco più della metà.

Avanza però anche un fenomeno contrario e per certi versi oscuro, perché meno misurato: l’avanzata del bosco, l’inselvatichimento. Secondo i dati 2015 dell’Inventario Nazionale delle Foreste, le selve si sono ampliate al ritmo dello 0,6% l’anno a partire dal 2005. In 10 anni, un’area di 6000 chilometri quadrati è uscita dalla sfera di utilizzo umano, tornando allo stato selvatico. In Italia il numero di alberi pro capite è passato da 199 a 210 e si stima esistano 20 miliardi di piante d’alto fusto. Questo rimboschimento naturale è una vera avanzata verde, che segue lo svuotamento delle aree interne.


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