Dagli al vegan

Lo sappiamo, dovremmo esserci abituati, lasciar perdere, non curarci di lor, ma ogni volta ci caschiamo, sprechiamo tempo ed energie col solito flame antiveg, solo l’ultimo della lunga lista, stavolta spiattato dall’autorevole penna di un coautore di J-Ax, per dire la cattedra. Del resto, ormai dovrebbe essere ben noto, dagli al migrante, dagli alla femminista e dagli al vegano sono tra gli sport preferiti dagli itagliani, e quando uno langue arriva l’altro a sostituirlo: le battute all’insegna di “tutta l’erba un fascio” su queste categorie sono facili, costano poco e garantiscono un sacco di pacche sulle spalle e ammicchi d’intesa. L’anima fascista del paese è viva e vegeta, insomma.
Eppure, alla fin fine, nonostante gli scazzi e la tentazione dell'”abbasta”, non tutto vien per nuocere. Perché vedere impilate un bel po’ di stupidaggini tutte insieme, osservare certe capriole logiche, certe arrampicate sugli specchi per giustificare l’ingiustificabile, dapprima ha l’infausto effetto di bruciare neuroni a tappeto, ma eventually aiuta a chiarirsi le idee, a imparare come non si costruisce un ragionamento, a ricordarci che prima di parlare ci si dovrebbe sempre informare ben bene e non spalmare dati a caso per supportare i propri bias cognitivi.
Da una parte, il problema sono anche i tanti che non aspettano altro che un portavoce dei loro pregiudizi, e si affrettano a definire “impeccabile” la sequela di idiozie dispensate dal Leonardon di turno; dall’altra, per fortuna, una punta di speranza la fornisce chi si mette di buzzo buono e smonta il fragile castello di carte: lo hanno fatto in tanti, ma meglio ancora se è un onnivoro pensante, e non i soliti noti amici nostri, pur benemeriti fino alla fine dei tempi (vedi per esempio Grazia, che sull’argomento ha dovuto commentare più volte su un suo vecchio e famoso post; come lei abbiamo evitato il link al pezzo incriminato, già troppi click s’è guadagnato).
In particolare è da applausi questo brano (tratto da una precedente versione dell’articolo): “bisognerebbe studiare bene (se già non è stato fatto) il disprezzo che certi segmenti esternano verso i vegani -disprezzo che serpeggia in gran parte tra segmenti del pubblico che spesso si piccano di essere “razionali”- e il virtue signalling in merito. Perculare vegani sembra una specie di badge per segnalare al prossimo di stare da una certa parte, dove “parte” è un frame ideologico dove la patina di razionalpositivismo non è che un paletto tribale intorno al quale raccogliersi.” Infatti, a parte la sacrosanta critica alla polarizzazione ideologica: questi sedicenti razionalisti sotto sotto più fideisti di quelli raccolti intorno al sangue di San Gennaro sono una iattura per chi persegue un esercizio non feticistico della ragione; e si scordano sempre di affrontare sul serio le basi del pensiero antispecista, più difficili da perculare dell’aspetto dietistico, modaiolo “goveganyeah” della questione (perché, ricordiamolo sempre, la scelta veg è un mezzo, non un fine).
Mo’ basta, comunque, che dobbiamo lavorare, pensare, e visto che Grazia cita Guccini, costruir su macerie, mantenerci vivi. Prima di salutare però segnaliamo uno status di Serena che vince tutto e tutti:

Più la quinoa è insanguinata, più è ricca di ferro


2 risposte a "Dagli al vegan"

  1. ognuno mangi quel che vuole, a me da solo fastidio sentirmi dire che sono complice di un crimine immondo solo perchè mangio il filetto o la pasta quattro formaggi

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