Caro Giordano,
ti scrivo questa lettera in pubblico, e la lascio qui dove sarà per sempre fissata e per sempre perduta, perché magari un giorno ti farai delle domande, e anche se “excusatio non petita”, si sa, sento il bisogno di dirti delle cose. Perché da un po’ di mesi, e da qualche anno a questa parte, stanno succedendo cose che preparano un futuro contro cui un giorno *tu* sarai faccia a faccia. E potresti giustamente farti rodere il culo, e chiedermi: Tu dov’eri?, Tu lo sapevi?
Qualche giorno fa per esempio nella città in cui sono nata la polizia fascista e infame ha aggredito delle persone inermi, vecchi donne e bambini, ma anche uomini forti (perché nessuno deve essere messo nella condizione di subire violenza) senza un reale motivo (l’ordine pubblico e le altre cose con cui si imbelletta tutto) se non odio razzista. Ecco, vorrei solo dirti che sì, io lo sapevo. L’ho saputo. Ho fatto qualcosa? Beh, no, a parte protestare su un social del tutto inutile e pieno di gente in malafede, no. Non ho fatto nulla. Questa situazione è anche colpa mia? No.
Anche se non ho potuto far nulla per quelle persone, e per le migliaia di persone che scappano dalle guerre, dalle carestie che noi (gli occidentali e quelli prima di noi) hanno provocato nei loro paesi, anche se sono nata nella parte giusta del mondo e non avrò mai i problemi che una donna nata in quel lato deve affrontare ogni giorno, non è colpa mia. Non è colpa di tuo padre. C’è un limite alle cose che una come me può fare. Comprare i calzini da un qualsiasi Ahmed fuori dal supermercato, o lasciargli l’euro del carrello, perché ho pochi soldi io stessa e non sono un’imprenditrice. Provare a piantare alberi e farli crescere in vaso, per poi liberarli e sperare che nessuno li tagli, perché non ho i milioni per comprare terreni da riforestare. Cercare di dare quel briciolo di spazio in più alla verità contro il trasbordare di falsità razziste e fasciste che giustificano la violenza e l’orrore, perché ho solo degli account poco seguiti e non una testata giornalistica.
Caro Giordano, sì, in questi giorni noi sappiamo. Sappiamo cosa sta succedendo, e non ci piace. Facciamo del nostro meglio però, anche se la mia depressione mi suggerisce di mollare tutto e girarmi dall’altra parte, perché il mondo non cambierà, perché il mondo purtroppo è in mano agli stronzi, perché gli stronzi sono in numero molto maggiore della brava gente, e perché gli stronzi tirano su i figli stronzi come loro. Magari quando sarà il tuo turno, il mondo sarà un posto un po’ migliore, chi lo sa. Io non ci credo.
Per questo ti chiedo di credermi, quando chiederai che diamine abbiamo fatto per impedirlo, che persone come noi possono solo fino a un certo punto.
Ora ti saluto, perché sei qui a fianco che vuoi guardare i video degli Ok Go, e chi sono io per dirti “oggi no”?
This too shall pass, appunto.
Ciao, ti voglio bene.
Ti vogliamo bene
Mamoohska