Quando mia nipote era piccola, un anno e mezzo, due al massimo, tra i vari scherzetti che mi faceva ne aveva uno che preferiva su tutto: mi sfilava i libri dalle mani, se li piazzava davanti e con un dito iniziava a seguire le righe e… a leggere. Ad alta voce. “Wigo wigo wigo wigo”.
Non è che abbia mai pensato che una bambina di due anni non potesse esprimere una certa dose di ironia, i bambini hanno un senso dell’umorismo fuori dall’ordinario. Solo che per me era sorprendente*. Con Iris non facevo le cose che faccio con Giordano, mi limitavo a prepararle da mangiare, la lavavo, le facevo gli scherzetti e la rincorrevo per tutta casa per togliere gli oggetti pericolosi che qualcuno incautamente lasciava in giro e lei puntualmente afferrava. Era sorprendente perché – a parte che non avevo il minimo interesse per i bambini – non avevo idea che un bimbo così piccolo potesse cogliere esattamente lo spirito di quello che stavo facendo (studiare o anche semplicemente leggere). Con le parole crociate, per dire, non lo faceva.
Anche Giordano, quel tizio che oggi compie 20 mesi, ha iniziato a fare una cosa di questo tipo. Una sera Ale stava guardando non so che alla tele, e io cercavo (inutilmente) di far dormire Gio, che però a un certo punto ha preso, si è piazzato nella parte di letto di Ale e ha preso il suo libro, di Ale, dal comodino, ed è rimasto a far finta di leggere fino a che è tornato suo padre. In definitiva i bambini sono molto più svegli e perspicaci (dire “intelligenti” non mi piace molto) di quanto in genere si crede, nonostante un secolo di pedagogia da Montessori a Juul dovrebbe averlo insegnato un po’ a tutt*.
Ad ogni modo ora Giordano ha anche imparato a chiamare. Ogni volta che vuole attirare l’attenzione di qualcuno (Ale, io, i nonni) alza la voce e fa: Aaaam! Aaaam! Devo ancora interpretare bene il tono e le microvariazioni di voce, dato che mi sembra scontato che ogni persona abbia il suo richiamo specifico.
Ah, e ha scoperto i video. Per quanto abbia tentato di ritardarne la fruizione, non c’è stato niente da fare, anche lui è caduto nel gorgo dei video guardati mille volte. Abbiamo visto, finora:
Dogs like Socks degli Psychosticks
For the Birds, il video degli uccellini bulli della Pixar
Pigeons, un corto animato trovato per caso
Mahna mahna e Ode to Joy dei Muppets
Baby shark di Super Simple Songs
E dulcis in fundo, signore e signori: Rimini di Lu Colombo.
Ecco, appunto: mai sorprendersi.
*Lo so, lo so: con gatti, bambini e politici non si dovrebbe mai usare il “non pensavo che”. Si fanno solo danni. “Non pensavo che il gatto avrebbe buttato giù tutto dal tavolo”. “Non pensavo che Giordano potesse fare quel lago se messo in una bacinella piena d’acqua con qualche innocuo giochetto”. “Non pensavo che Trump avrebbe davvero tenuto fede alle sue promesse elettorali, di solito non lo fanno mai…”