
È una prerogativa delle lontre che avrei imparato col tempo; ogni goccia d’acqua deve essere allargata e sparsa tutt’intorno; un catino va immediatamente rovesciato, bisogna sedercisi dentro, e tuffarcisi fino a che non trabocca. L’acqua va tenuta in movimento e usata per farne cose; quando è immobile, è sprecata e irritante come un ingegno sepolto.
Due giorni dopo fuggì dalla camera da letto mentre io entravo, e feci appena in tempo a girarmi e vedere la sua coda sparire dietro la curva del corridoio che porta in bagno. Nel tempo che impiegai per raggiungerlo, era salito sull’estremità della vasca e armeggiava con le mani sui rubinetti cromati. Stetti ad osservarlo, stupefatto da questa prima esibizione di un’intelligenza che non avevo sospettato; in meno di un minuto era riuscito a girare il rubinetto abbastanza da farne uscire un filo d’acqua, e dopo qualche attimo di distrazione per il successo ottenuto, riuscì ad aprire l’intero getto.
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