[…] Tuttavia ancora per molto tempo, iniziato il trasloco, iniziata una serie di indagini complicate che si riferivano ai muri, ai tubi, ai cassoni dell’acqua, iniziate trattative complicate con lattonieri, elettricisti, falegnami, di tanto in tanto squillava il telefono e si udiva la solita voce robusta e trionfante:
«Pronto! Sono il commendator Piave! Quando verranno a vedere il mio appartamento in piazza della Balduina? È bellissimo! C’è il citofono! Arriva suo marito, dalla portineria l’avverte che è rientrato, lei subito butta giù gli spaghetti, lui mette la macchina nel garage, sale con l’ascensore, il pranzo è in tavola! Nel bagno c’è una colonna d’alabastro nero, con mosaici che rappresentano pesci, tutti i davanzali sono di onice! Non hanno che da telefonare, prendono il tè con mia moglie, arrivo io e li accompagno subito, si riposano un poco sul belvedere, di là si gode tutto il panorama di Roma, prendiamo un aperitivo, li riporto indietro in un attimo con la mia macchina! Ho una spider!»