Quando Moka è entrato in questa casa, chi davvero lo ha accolto per primo, è stato Aristillo. Tillotillo e Moka sono sempre stati uniti, due facce della stessa medaglia, due caratteri complementari. Tanto affettuoso e accogliente il primo quanto ombroso e scorbutico il secondo.
Il 26 aprile Tillotillo si è arreso a non so cosa, la palla da tennis che aveva in pancia, la chiamiamo così. Sette mesi e poche ore dopo, forse Moka pensava di averne abbastanza. Sette mesi senza, dopo sette anni passati con lui, forse erano abbastanza.
Moka era senza età. Poteva avere dieci come quindici o venti anni. Quando lo abbiamo raccolto era già adulto, caso unico (al momento) nella nostra famiglia umanofelina. Non è mai stato “figlio” come gli altri, era un ex senzatetto, un signore maturo, un po’ acciaccato che ne aveva già viste tante. E con noi ha continuato a vederne, nella banda di gatti isterici in cui è capitato. Ha viaggiato, si è abituato o forse arreso con benevola condiscendenza al guinzaglio, ha mangiato scatolette prelibate, ha fatto da guardiano a GB nei suoi primi mesi, ha dormito tante volte sui capelli di Vale, ha leccato tante volte la barba di Ale, ha assistito a qualche presentazione libresca, e una delle sue migliori amiche era Loredana Lipperini. Quanti altri gatti potrebbero dire altrettanto?
Aristillo era il nostro assistente. Non ha mai mancato una sola volta alla sua missione, la vedeva così, come una missione, fino a che non ci ha lasciati, di accogliere e mettere a suo agio qualunque micio passasse di qua. Era quello saggio, quello equilibrato. Quello che capiva quando fosse il caso di farti una coccola in più perché magari ti vedeva triste e sapeva che bastava spingesse con vigore il suo nasuzzo umido sul tuo viso per farti passare ogni ubbia. Era l’unico che piacesse anche a Natasha/Miki, la principessa di casa Graziani. Mascherina, da quando non c’è più lui, torna a casa solo per mangiare.
Quando sono entrati nelle nostre vite è cambiato tutto. Ora che ne sono usciti cambierà tutto. E noi ci sentiremo un po’ più soli e un po’ meno luminosi.
Oggi nella casa dei quindici gatti si piange.
(Moka, Mascherina, Aristillo, una formazione classica)

😦
Capisco assolutamente. Mi dispiace.
Bellissima storia, e bellissimi gatti…
Oh come vi capisco….chi non ha gatti o animali in genere non può rendersi conto del vuoto che lasciano quando se ne vanno…
I gatti vanno e vengono, ci fanno compagnia per un tratto di strada e poi mandano qualche loro amico a illuminarne un altro pezzo 🙂 Un abbraccio grande.