E a un certo punto succede davvero. Lo schermo comincia a scintillare e lei si ritrova di colpo, per non dire con violenza, in una regione avvolta in un perenne crepuscolo, di sentore periferico; non più in treno, niente più allegri macchinisti né staff ancillare curvilineo, strade semideserte e sempre peggio illuminate, quasi si permettesse ai lampioni di spegnersi uno a uno e al regno della notte di ristabilirsi per attrito. Al di sopra di queste cupe strade, torri frattali dall’equilibrio apparentemente impossibile brancolano come vegetazione boschiva verso una luce che giunge solo indirettamente a questo livello…
Si è persa. Non ci sono cartine da consultare. Non è come perdersi in una delle romantiche mete per turisti del mondo in carne e ossa. Qui i casi di serendipità sono improbabili, solo una sensazione che lei ravvisa dai sogni, il senso di qualcosa, non necessariamente piacevole, che sta per accadere.