Una cosa che fa impazzire la Vale, per esempio, è quando inizio a canticchiare le mie parafrasi dal repertorio del pop italiano.
Non so bene come si sono formate queste bizzarre versioni, da quale nascosto serbatoio di follia possono provenire (anche se forse l’ispirazione primaria fu il Ruotolo di Max Tortora/Santoro), ma tant’è, queste sono.
Perché per esempio
deve proseguire con
un giorno che avevo rotto con zio Stratos ?!?
Quali segreti rapporti legavano Mogol/Battisti con Demetrio non so, anche se leggendo Superonda ho scoperto che “Re Nudo” in un colpo di follia voleva far tornare il Lucio nazionale live al suo festival.
Ci sono calembour con sottintesi esistenzialisti tipo
Scemenze dure e pure, per quanto con riferimento colto, come
O assonanze scontate come
Ci stanno i Pooh, ovviamente, che forniscono spunto per
oppure
o, variante sulla variante,
Dio delle città e dello sciacchetrà
Un semplice adeguamento semantico è quello di
Laddove lo psudofemminismo ruggeriano viene corretto da
Ruggeri/Bertè in salsa hard boiled
Fossati/Bertè in salsa Drive In
Per non parla della crasi tra le versioni di Pino e Toquinho di Tutta ‘nata storia
E nun mme può dà na sua trajetória fatta pè sudà
Che Il materasso diventi Il Marte grasso può rimare con la goliardia arboriana, e taccio qui delle infinite variazioni sulla Scrivimi buonocoriana.
Sinceramente incomprensibile invece mi risulta
senza parlare dello sconfinamento black di