Come eravamo: Cattocomunisteggiando

Riflessioni un po’ alla buona dell’Ale di un tempo, ma che tutto sommato l’Ale di oggi ancora in gran parte condivide.

Insomma, quello lì ha dato a Franceschini del catto-comunista, prendendosi in ribattuta un clerico-fascista.
Era un po’ che non sentivo lanciare il termine (il primo, del secondo chissene, affari loro) nell’arena politica. Ora, a parte che quello lì vede acquattati comunisti a ogni angolo, non gli hanno spiegato bene che sono in via d’estinzione, la categoria effettivamente c’è, et pour cause.
In Italia (perlomeno in quella dei Peppone-Don Camillo e derivati), le due chiese, quella con la sede in Vaticano, e quella di base alle Botteghe Oscure, si sono spartite le carte ideologiche dal dopoguerra in poi, e nella smazzata se le sono anche confuse. Ed essendo il PD una maionese impazzita di ex-ds (ex-pds, ex-pci) ed ex-dc, ecco che le due facce si sono sovrapposte (male).
Questo è (dal mio modesto punto di vista), il problema storico della sinistra italiana. Senza un partito socialista forte, ha affidato tutte le sue carte al pci (che ho pure votato: alle mie prime elezioni era l’ultima volta dello storico simbolo), un partito dogmatico che naturalmente su certe tematiche sociali (e anche su certi rigorismi etici) si incontrava a meraviglia con le frange progressiste del cattolicesimo. Ancora oggi, crollati muri e nomi, l’onda lunga di quel clima culturale (in un paese dalle forti resistenze al cambiamento di mentalità) rilascia la sua risacca nel confronto politico.
E in tutto ciò continua a mancare un punto di riferimento, per chi – come me, ad esempio – non è cattolico, né comunista, le chiese di tutti i colori gli stanno sui cosidetti e il dogmatismo gli fa venire da grattarsi. Per chi – sempre come me – vorrebbe, oh quanto vorrebbe, uno Stato compiutamente laico (lasciando all’intimo di ognuno le tendenze alla trascendenza), per chi è un fan del sincretismo in tutte le sue forme, del relativismo così inviso a quell’altro, del meticciato delle idee, del pan-culturalismo, del crossover intellettuale, della contaminazione virtuosa, della pluralità e della complessità.


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