Un vecchio sogno di Ale.
Ho sognato un palazzo antico, con dietro un giardino pensile da cui, noi visitatori, eravamo condotti in una specie di torre sotterranea che sprofondava per una scala concentrica, stanza dopo stanza, nell’oscurità.
Fino a un grande ambiente in fondo alla torre-pozzo: sul soffitto di questo, incombente come un qualche idolo, la statua sul suo trono, fatta di innumerevoli pedine del go.
Poi c’è la gatta che dorme lì, si sveglia, fa un salto, con una zampata ne stacca qualcuna, e comincia a giocarci, si perde nel buio, mentre noi ci addormentiamo.