Forse è possibile evitare l’assedio. Basta vivere del balzo tra un belvedere e il successivo.
O magari bisognerebbe sedersi qui, e mandare a memoria i nomi di tutti i ruscelli, di tutte le montagne, di ogni casolare abbandonato e di ogni ripiano per pascolare le bestie. Forse non si può andare via, prima di aver esplorato tutti i sentieri e le radure, gli anfratti della selva e le cavità del suolo come quegli antichi patriarchi del bosco che cambiano aspetto ad ogni stagione e ad ogni estate allungano le radici che li avvinghiano a terra.***
Nessun luogo vale un assedio.