L’immersività comporta addirittura che le nostre disposizioni verso i personaggi finzionali siano differenti a seconda che essi difendano i trasgrediscano le norme morali. Secondo test recenti, durante la lettura di un libro o la visione di un film, monitoriamo i personaggi alla ricerca di individui che si comportino bene e proviamo piacere quando il trasgressore delle norme sociali viene punito. La cosa non è banale: la mente dei lettori si comporta come un controllore morale costantemente impegnato a valutare le azioni dei personaggi come appropriate o no, ad applaudire o condannare le loro intenzioni e azioni. Gli psicologi parlano di una apprensione “vicaria” che porta il lettore a ricercare la “giustizia”, e la cosa più straordinaria è che sembra ciò sia legato a un aumento dei livelli di ossitocina nel sangue dei lettori: tale ormone è considerato un indicatore dell’empatia, in grado di incrementare la tendenza alla moralità, la generosità degli individui e la passione per i brand da parte dei consumatori. Il neuroeconomista Paul Zak, direttore del Center for Neuroeconomic Studies della Claremont Graduate University, ha provato a misurare i livelli di cortisolo (ormone dello stress e dell’attrazione), e di ossitocina (la “molecola morale”) in un gruppo di individui ai quali era stato richiesto di lasciarsi immedesimare in una narrazione animata in stile disneyano, rivelando con stupore una relazione tra l’aumento di ossitocina e il “giusto” andamento dell’intreccio (Zak 2010, 30 ss.).