Il Queensland, regione settentrionale dell’Australia, è un importante produttore di canna da zucchero. Negli anni trenta del XX secolo le piantagioni erano infestate da due specie di insetti simili ai maggiolini (Dermolepida albohirtum e Lepidiota frenchi), le cui larve divorano le radici delle piante, uccidendole e causando enormi danni economici. Serviva un rimedio. Qualcuno forse aveva sentito parlare delle prodigiose doti predatorie del rospo della canna e pensò bene di introdurne alcuni nelle sue piantagioni. L’Australia era già devastata da conigli, volpi, gatti e capre, ma evidentemente (e incredibilmente) nessuno fu in grado di associare cause ed effetti e si provocò deliberatamente l’ennesimo disastro. Esattamente allo stesso modo delle volpi, liberate per cacciare i conigli, i rospi ignorarono i maggiolini nocivi e iniziarono a mangiare tutto il resto. I girini divoravano girini di anfibi nativi, gli adulti inghiottivano piccoli animali domestici, coleotteri, api, formiche, termiti, grilli e ogni altro insetto, chiocciole e molluschi marini, rane e rospi, giovani serpenti e piccoli mammiferi selvatici. Parliamo di rospi lunghi in media 10 – 15 cm, ma che possono raggiungere eccezionalmente 38 cm di lunghezza e pesare oltre due chili e mezzo. E non si limitavano a mangiare: con la bufotossina avvelenavano cani e gatti domestici, uccidevano qualunque animale la cui dieta includesse gli anfibi, le loro uova e i loro girini, competevano con gli animali insettivori e i piccoli predatori, trasmettevano malattie agli anfibi nativi. Alcuni animali, come i goanna, i grossi varani dell’Australia, impararono a evitarlo, ma non altrettanto fecero coccodrilli, serpenti, dingo e quoll (marsupiali predatori delle dimensioni di un gatto), che vengono tuttora decimati dal veleno. E poi aironi, nibbi, chiurli, corvi e ratti, persino grossi ragni, mentre i girini avvelenano larve di libellula e piccoli pesci. Per molte specie native, già stremate dalla competizione con i predatori europei, è stato il colpo di grazia. Intanto i rospi avanzano: circondano Darwin, la più importante città del nord dell’Australia; conquistano tutta l’Australia nordorientale, occupando una fascia che dalla costa si estende per 500 km nell’entroterra, e l’intera penisola di Capo York; arrivano a Brisbane e nel Nuovo Galles del Sud, dove sono segnalati anche a Sydney. Al ritmo di 8000 – 35000 uova deposta da ogni femmina due volte l’anno, il loro numero cresce a dismisura, ed esattamente come per i conigli si pensa ora a rimedi biologici.Si studiano strategie genetiche dirette a interferire con la riproduzione e guerre a colpi di virus mortali. Nelle città intanto si costruiscono barriere anti-rospo. Prima o poi, forse, il versatile cervello umano verrà a capo della faccenda, ma il prezzo, come sempre, sarà altissimo: l’impatto ambientale ed economico del rospo della canna, sommato a quello del coniglio e delle innumerevoli specie esotiche introdotte in Australia è enorme, secondo alcuni studiosi secondo solo ai danni provocati dal riscaldamento globale.