«Mi è saltato fuori così!» esclamò Brott rivolto alla madre. Gli era capitato di trovarsi sul podio di un’orchestra sinfonica, con un certo brano musicale da dirigere per la prima volta, quando il violoncellista aveva cominciato a suonare. Istintivamente lui seppe di aver già sentito quel pezzo. Non si trattava di un ricordo casuale di qualche opera simile che avesse dimenticato: Brott poteva predire esattamente quale frase musicale veniva dopo. Nel corso di quella prova riuscì ad imparare l’intera composizione, e sapeva come dirigerla anche senza leggere lo spartito.
Piuttosto stranito, telefonò alla madre, violoncellista di professione. Lei gli chiese il titolo del brano, e poi scoppiò a ridere. Era il pezzo che stava provando mentre era incinta di lui. Il violoncello poggiava contro l’addome medio, che in gravidanza avanzata contiene fluidi che consentono la conduzione sonora, del tutto in grado di trasmettere informazioni musicali al feto. Il cervello in fase di sviluppo del bambino, a sua volta, era abbastanza sensibile da registrare i ricordi musicali. «Tutte le partiture che riconoscevo a vista erano quelle che lei aveva suonato mentre era incinta di me» disse in seguito Brott in un’intervista. Incredibile, per un organo nemmeno giunto al suo anno zero.