Il premier, l’altro giorno, ha posto il discrimine nell’atteggiamento verso migranti, profughi, rifugiati, tra “bestie” e “uomini”.
Oggi, a pranzo una madre si rivolgeva al figlio stigmatizzando il suo mangiare con le mani: “Che sei, un animale?”
Ah, questo malinteso concetto di umanità.
Ah, questo ancor più malinteso concetto di bestialità.
Esimio premier, gentile signora, vi informo che voi, i vostri figli, i disperati della Terra e i potenti che ne decidono la sorte, io, tutti noi “siamo animali”.
Lo dice anche l’amica Annarella Feminoska.
Lo canta anche l’amata Neko Case.
Prima lo accetteremo, prima potremo pensare a cosa significa davvero essere dei viventi gettati in questo mondo, e a come trattarci meglio, noi, gli altri animali, il bios intiero.