Quando mi trovo bloccato in coda su una strada qualsiasi, un incidente mi dà il massimo sollievo. Nel senso che un normale maxi-ingorgo ti porta alla disperazione, può durare all’infinito, è cominciato chissà quanti chilometri dietro di te, si prolunga chissà per quanti chilometri davanti a te, non sai come ne verrai fuori, non sai perché si è formato, non c’è razionalità, non c’è via d’uscita, sei insabbiato nella legge dei grandi numeri, ventimila tuoi nemici mortali che si sono messi sulla strada contemporaneamente a te, non ci sono prospettive, non c’è speranza.
Con la strozzatura per lavori in corso, va già un po’ meglio, la rabbia è la stessa, durerà mezz’ora, magari un’ora, ma sai che alla fine l’imbuto si riapre, tutto ricomincia a scorrere.
L’ideale però resta l’incidente: giustifica retrospettivamente quel tormento della coda, ti rimette in pace col mondo. Ah, menomale era un incidente, ecco perché. Non ho sofferto così, senza un motivo, senza che ci fosse un senso. E per quanto sia grave c’è laggiù qualcuno che si sta dando da fare per togliere di mezzo TIR ribaltati, macchine in fiamme, morti, feriti. Ci metteranno un po’, ma alla lunga ti faranno passare. Menomale.