Lo ha fatto Ale qui, com’è noto Ale adora le listine. Beh, anche a me piacciono, come si fa a resistere al fascino della lista? Comunque, siccome se lui fa una cosa devo farla anche io sennò non sono contenta, ecco qui. Ecco le prime che mi son balzate in mente. Dunque, ecco a voi:
Vampiri!
1 – Dracula. Il Vampiro. Il primo, imprescindibile.
2 – Barlow, la versione di King. Ero indecisa se metterlo, perché Barlow è proprio sgradevole, è totalmente negativo, e questo detto da una che ha empatizzato perfino per It. Barlow è proprio da brividi.
3 – Nosferatu, quello di Herzog. Che vabbe’, prima di succhiarti via il sangue t’ammazza di chiacchiere. Ha il fascino malinconico di uno che sa che morirà pur essendo una creatura immortale. Dai, guardatelo: lo sa, che morirà.
4 – Blade (nel film di Guillermo, soprattutto). Vampiro diurno, nero, e mena i vampiri più cattivi di lui. E poi è figo, che pretendete?
5 – Eve di Jarmusch. Oh, è Tilda Swinton! L’amico suo, Adam, manco l’ho visto (ok, forse non sono poi del tutto etero…)
Album
1 – Queen e Queen II. Due, ma li metto insieme per un semplice motivo: sono gemelli dizigoti, diversi da tutto quello che i Queen hanno inciso in seguito. Ci sono già la chitarrina scema di Brian May e i coretti formidabili di Freddie, ma non sono i Queen del successo… sono album cupi, rock, fantasy! Sì, sono due album fantasy, e dopo Seven Seas of Rhye i Queen sono diventati un’altra cosa. Li amo sempre, ma questi due vengono prima di tutto il resto, nel mio cuore.
2 – Seventh Son of a Seventh Son. Adoro i Maiden di Bruce Dickinson, e amo tutti i loro dischi, ma questo è un concept album, e il mio animo da romanziera fa le capriole di gioia quando becco un concept.
3 – Led Zeppelin III. Avevo quattordici anni, ero incazzata, e un giorno mio padre mi ha dimostrato che in realtà non conoscevo niente. Grazie papà per avermi regalato il terzo degli Zep.
4 – The Wall. Detto poco più su: concept album, parabola sul rock, gente fuori di testa, casino! Tutto quello che può volere una ragazza!
5 – Pictures at an Exhibition nella rivisitazione di Emerson Lake & Palmer. Una coattata, lo so. Avrei citato il primo album del simpatico trio di sboroni, che ancora ancora… ma oh! Musorgskij in salsa prog! Come si fa, cosa pretendete?
Ingredienti
1 – Aglio. Una cucina non è vera, senza aglio. Ora, oltre a quello fresco, ne ho anche un barattolino granulare, non c’è scampo!
2 – Salsa di soia. Anche più del sale, anche nei piatti più occidentali.
3 – Acidulato di umeboshi. Acido e salato, trasforma il finocchio più triste in un’insalatina raffinata.
4 – Paprika. La mia metà austroungarica potrà anche essere diventata vegetariana come il resto, ma il goulash resta il goulash, anche vegetariano.
5 – Bicarbonato di sodio. Un pizzico in ogni piatto che preveda salsa di pomodoro, o passata. Fidatevi.
Film
1 – Piume di struzzo (1996, Mike Nichols). Remake de Il vizietto, non so perché proprio questo e non un altro. Se trascorro troppo tempo insieme ad Anna Linda ci troviamo a comunicare citando l’intero script.
2 – Il mio nome è nessuno (1973, Tonino Valerii). Sarebbe stato il capolavoro definitivo di Sergio Leone, il punto fermo sulla cinematografia western mondiale di tutti i tempi. Ma Sergio mi sa che non ha avuto il coraggio, troppo oltre, perfino per lui.
3 – Hong Kong Express (1994, Wong Kar-wai). Ho scoperto il cinema di Hong Kong con questo film (e devo ringraziare la già taggata Linda che me lo ha fatto vedere!)
4 – Heat (1995, Michael Mann). Uno, quello che ho visto più volte, ma potrei inserirli tutti, quelli di Mann: perché nessuno finora mi ha ancora mostrato la verità come lui.
5 – Febbre da cavallo (1976, Steno). Eddai, ve devo pure di’ perché? Guardatelo e basta, tanto lo passano a ogni capodanno.
Autrici (e questa è tosta)
1 – Virginia Woolf, che aveva il coraggio di pretendere una stanza tutta per sé e ‘sticazzi se c’è polvere sui mobili.
2 – Margaret Atwood, perché lei è… lei è Margaret!
3 – Shirley Jackson, Perché sono appassionata di horror e il mio primo romanzo vero è un gotico. Non posso che rendere omaggio alla Maestra suprema.
4 – Chiara Palazzolo, perché le sue donne sono sempre forti, vincono sempre, anche quando la vita sembra schiacciarle con il massimo dell’accanimento. Grazie Chiara.
5 – Anna Maria Ortese, perché era cripto-anti-specista, e anche la versione al femminile di Gadda. Non si può non amarla.
Alberi
1 – Acer palmatum. Ne hanno ibridate tante varietà, e sono tutte meravigliose.
2 – Betulla. Sottile, elegante, con quei colori e il portamento… ecco, il portamento… mai visto un albero che pare davvero, ehm, scoglionato? Quella è la betulla. Non potevo non amarla.
3 – Ulivo. Eh. L’olio, il legno, la maestosità di certi vecchi. Il profumo. L’ulivo è l’ulivo, è l’Albero. L’albero che vorrei diventare una volta morta.
4 – Tiglio. Per il profumo dei fiori, perché non c’è niente che mi ricordi la primavera come il profumo dei tigli in fiore.
5 – Leccio. Perché è una quercia scura, particolare.
Accessori
1 – Calze a rete. Quanto mi ero fissata con le calze a rete, da ragazzina, una roba orrenda e kitschissima, brrrr, paura! Per fortuna poi si cresce e si rinsavisce.
2 – Mini zaino. Per qualsiasi donna, mi si diceva, sono oggetti puramente decorativi: come fai ad andare in giro con uno di quei cosi in cui entrano solo documenti, un pacchetto di fazzoletti, un piccolo notes e il cellulare? Eppure io ci riuscivo.
3 – Cappello a tesa larga. Ne ho due direttamente dagli anni ’70. Li ho rubati a mia madre. Adoro i cappelli vintage, ma solo da “grande” ho trovato il coraggio di usarli.
4 – Guanti. Stesso discorso dei cappelli, ma con l’aggravante che quando indosso i guanti sembro una mentecatta, e devo stare sempre a toglierli, col risultato che finisco per girare con i guanti in mano, o nelle tasche, o nella borsa.
5 – Scialle. Più che le sciarpe, in inverno gli scialli. Che ve devo dì, forse so’ vecchia dentro…
Parole
1 – Estemporaneo. È la *mia* parola. Non che penso di averla creata io, eh XD è che l’ho scoperta, boh, una ventina di anni fa, e mi è piaciuta subito.
2 – Gotico. Perché la maggior parte di ciò che scrivo potrebbe essere definito tale, visto che “horror” non mi ha mai convinto, e vampiri e mutaforma non sono mai stati mainstream.
3 – No. Una parola che una come me (in passato, nonostante la accuse di scontrosità e introversione) non era capace di dire. Ho imparato, però. Basta favori. Odio i favori, e non ne faccio più.
4 – Zen. Perché il cammino è impervio e in salita, e arrabbiarcisi pure è solo spreco di energie.
5 – Improcrastinabile. Stranamente, questa parola l’ho sentita dire la prima volta da mia sorella Linda. Quel periodo le piaceva andare in giro dicendo paroloni (di cui conosceva perfettamente il significato, a differenza di troppi coetanei). E niente, è piaciuta anche a me. E poi mi ricorda sempre che sono pigra e che procrastino anche troppo, dannazione!
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Questi giorni sto leggendo questo libro, e sto seguendo il suo “corso”. Ho anche aperto un blogghino nuovo, per fare tutti i compiti per bene. Inutile che lo cerchiate, è privato. Vi saprò dire fra dodici settimane, ma già mi sento di consigliarlo. A tutti, non solo ai più o meno wannabe artisti.