Nel feticista della merce di nuovo stile, nel “carattere sadomasochistico” e in colui che accetta l’odierna arte di massa lo stesso fenomeno si presenta sotto diversi aspetti. La cultura di massa masochistica è l’aspetto necessario della produzione onnipresente stessa. L’investimento affettivo del valore di scambio non è una transustanziazione mistica, e corrisponde all’atteggiamento del prigioniero che ama la sua cella perché non gli viene concesso di amare altro. L’uomo sacrifica l’individualità, inserendosi nella regolarità di ciò che ha successo, e fa quel che tutti fanno per il fatto fondamentale che dovunque e in tutta la produzione standardizzata dei beni di consumo si offre all’individuo sempre la stessa cosa. Tuttavia la necessità che ha il mercato di occultare questa uguaglianza conduce alla manipolazione del gusto e a quell’apparenza di individualità della cultura ufficiale, che di necessità cresce proporzionalmente con la liquidazione dell’individuo. Anche nell’ambito della sovrastruttura l’apparenza non solo occulta la sostanza, ma è costretta a sprigionare dalla sostanza stessa. L’identità di ciò che viene offerto, e che tutti debbono acquistare, si maschera con la severità di uno stile valido e universalmente necessario e la finzione del rapporto di domanda e offerta continua a esistere nelle sfumature falsamente individuali.