Ex Libris 154 (campi di percezione)

Città

Se un tempo, con la conquista delle cime del rilievo di un paesaggio, il campo di battaglia era anzitutto un “campo di percezione”, con le sue prospettive militari, con i suoi orizzonti topografici e balistici, ormai è il campo di percezione della globalizzazione che diventa il non-luogo della madre delle battaglie. Di qui il cambiamento di natura e la diffusione ininterrotta, ormai sistematica, dei diversi eventi di rottura – incidenti, attentati, catastrofi e cataclismi di tutti i generi – che funestano oggi l’umanità.
Così, la RAPPRESENTAZIONE (classica), divenendo improvvisamente PRESENTAZIONE (live), ha trasmutato il vecchio assalto, l’attacco frontale del nemico, in pura e semplice stupefazione delle masse.
Effetto di siderazione istantanea, che non ha più nulla a che vedere con i vari commenti degli esperti, ai quali la prima guerra del Golfo o il conflitto dei Balcani ci aveva abituati, né con il ruolo desueto degli spin doctor di una guerra psicologica oggi superata dall’anonimato dell’iperterrorismo.
In effetti, se, come recita il detto, “l’isteria è nemica del Tempo”, il tempo reale del terrore diffuso ininterrottamente è proprio “isterico”, ed è quello dell’insieme della mondializzazione economica, politica e strategica. Il tempo della riflessione è oltrepassato, quello del riflesso condizionato è all’ordine del giorno del grande terrorismo.


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