Ex Libris 143 (fughe dalla realtà)

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Fu sul punto di fermarsi per sempre nei pressi di Ashton, davanti a una minuscola casetta di campagna sprofondata in un giardino. Potrei vivere qui tutta sola, pensò, rallentando per scrutare lungo il sentiero sinuoso che portava alla porticina azzurra e all’immancabile gatto bianco sul gradino. E poi, non mi troverebbe più nessuno, lì, dietro tutte quelle rose, e per sicurezza pianterei anche degli oleandri lungo la strada. Nelle sere fresche accenderò il camino e mi arrostirò le mele sul focolare. Alleverò gatti bianchi e cucirò tendine bianche per le finestre e ogni tanto uscirò per andare all’emporio a comprare tè, filo e cannella. Gli altri verranno a trovarmi per farsi predire il futuro, e preparerò filtri d’amore per le fanciulle sconsolate; avrò anche un pettirosso… Ma la casetta era lontana, ormai, e bisognava cercare la nuova strada, indicata con tanta precisione nella mappa del professor Montague.


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