These are the songs of my life: New New Wave(s) Edition

Poi venne il momento che nel nuovo millennio gli orfani della famiglia Joy Division/New Order, di Sound e Psichedelic Furs, di Chameleons e Dead Can Dance, di Cure e Sad Lovers and Giants, di quei driving bass e di quel sentimento così prezioso dell’oscurità, di quelle prime fughe etniche e di quelle chitarre fuse nella ritmica tambureggiante, di quelle tastiere sciabolanti nel buio e di quei gridi d’aiuto in forma di canzone, trovarono di che consolarsi.

E presero a tuffarsi a volo d’angelo negli abissi d’asfalto delle metropoli, come Stella.

A guardarsi attraverso le lenti di una camera per rimuovere il dolore, dopo la caduta dalla grazia.

A cercare di liberarsi dalla gabbia del corpo che impedisce di danzare col proprio amore.

A cacciare gli spettri di Glen Johnson, ultimi eredi della splendida decadenza europea.

A riflettere nel baritono di Matt Berninger tante altre voci crepuscolari del passato.


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