I casi mediatici servono (quando servono) a puntare i riflettori dell’attenzione, e nei casi migliori a stimolare il muscolo della riflessione, su situazioni/ambienti/modalità confinati di solito nel recinto opaco della consuetudine. Ovviamente, le leggi della comunicazione richiedono un protagonista fotogenico, e Marius, la giraffa in surplus, lo è anche nella morte: steso col suo collo curvante fino all’oscenità del buco rosso nella tempia, dell’occhio senza vita, dentro quella sconcertante arena, con i bambini in prima fila ad osservarne le spoglie appena trapassate.
E allora che questa eutanasia deviata (mala-morte dopo una semi-vita), portata alla ribalta al contrario di tante altre frutto dei quotidiani problemi di gestione della cattività animale, possa stimolare nuovi pensieri sull’idea di zoo, quell’aberrazione concettuale da cui tutto parte, e di cui il delirio razionalista di Copenaghen non è che una naturalissima conseguenza.
Qualche intervento sul tema: qui, qui, e qui. Qui potete sentire invece Roberto Marchesini su Radio3 Scienza.