Guardando qualche sera fa una puntata di L’altra, mi vedevo proiettato ai miei 13 anni, a quei luoghi mentali che tv e radio mi fornivano nel nucleo scintillante del 1985. A primavera era l’utopia pop arboriana di Quelli della notte, che inventava la seconda serata nella sua casa di pura gioia di vivere postmoderna. D’estate era il varietà pre-reality dei ragazzi di La strana casa della formica morta, quel casale dove si progettava una fantomatica trasmissione autunnale, dove i microfoni nascosti catturavano le dinamiche cultural-sentimentali del quintetto.
In classifica c’erano The Captain of Her Heart dei Double o Prospettiva Nevsky nella versione di Alice.
Ero solo. Stavo bene, mi pare.