Tra l’infinità di cose che Michael Mann fa meglio di (quasi) tutti i registi del mondo è la scelta delle musiche, il mescolare sapientemente sountrack originali e brani dalla più diversa provenienza, la magia sinestetica del sound and vision …. Gli esempi da fare sarebbero tanti, dall’epoca dei Tangerine Dream al tandem Jones-Edelman per L’ultimo dei Mohicani, dalle pulsazioni elettroniche di Moby e Massive Attack alle arcane risonanze di Lisa Gerrard, dal funambolico juke box Anni 80 di Miami Vice (la serie) al fuoco afro-soul di Ali.
Due esempi mi son particolarmente cari: in Manhunter, la scena d’amore tra Reba e Dollarhyde, resa ulteriormente indimenticabile dall’uso di This Big Hush degli Shriekback; in Collateral, la breve quanto meravigliosa suite ambientale che segue lo scambio di sguardi tra i due umani nel taxi e i due coyote che attraversano la notte losanghelena, propulsa dagli Audioslave di Shadow on the Sun.