Vent’anni fa, il 14 settembre 1993 usciva Bat Out of Hell 2, capolavoro del sodalizio Meat Loaf-Jim Steinman. Forse è l’occasione per ribadire l’adorazione che tributo al sommo Steinman.
E per farla capire meglio è secondo me rivelatore il paragone con un altro gigante dell’epos rock, Bruce Springsteen. Sicuramente tra le molteplici influenze di Steinman c’è anche lo Springsteen di Born to Run (la comparsa di Roy Bittan in vari personnel delle produzioni steinmaniane parla da sola). Eppure, tanto quanto il buon Bruce non mi ha mai particolarmente entusiasmato, altrettanto di fronte all’opera di Jim mi trasformo in fan scatenato. Perché? Perché il Boss mi pare l’epitome del rock testosteronico tutto frontalità, sudore, sincerità esibita, strutture squadrate, energia post-elvisiana. Ammirevole quanto lontano dalle mie corde. Laddove, ciò che in lui è retorica a stars and stripes (anche nell’esaltazione inversa dei losers), in Steinman è epica ambigua, chiaroscurale, iperbolica. Nowhere Fast, per esempio, si mangia da sola l’intera produzione “motoristica” di Bruce. C’è tutto, la gioventù perduta e le notti fatali, il mito e il trash, la coattaggine e il sublime. Il rock in persona, insomma, solo moltiplicato per sé stesso.
Guardandola dall’altro versante, quello che negli autori laureati della power ballad da classifica e da FM come Diane Warren o Desmond Child diventa spesso melasseria formulaica, in Steinman si fa assoluto per via di quello sprezzo del pericolo che gli fa mescolare senza rete i girl groups anni 60, il melodismo da musical, la potenza dell’hard rock, il fantasma di Wagner.
Sentitevi Safe Sex o Rebel Without a Clue, Seize the Night o Bad for Good. Fatevi del bene.
… e Tonight is what it means to be young! Che movie theme! e quanto è brava Diane ….ops, chiedo scusa per il commento poco musicale!
Tonight is What it Means to be Young, lo ribadisco, è la più grande rock song della storia. E Diane indubbiamente fa un lip sync da paura…