Complice il pero in giardino, a Badi, che quest’anno ha deciso di produrne un bel po’.
Allora ho pensato di fare questa confettura, di cui ci sono in giro già un sacco di ricette. Aggiungere vaniglia ha avuto il valore di un esperimento. Per me fare la confettura era pulire la frutta, aggiungerci zucchero e pectina, e mandare a fuoco lento. Stop.
Abbiamo pulito, Ale e io, un chilo e seicento grammi circa di pere, ottenendone un chilo e un etto.
Ale ha spremuto un limone, e io ho tagliato la frutta a tocchetti nella pentola. Abbiamo aggiunto un po’ meno di quattro etti di zucchero grezzo di canna, e messo a cuocere a fuoco basso. Dopo qualche minuto ho aperto un baccello e mezzo di vaniglia, raschiandone via i semini (li vedete, sono i puntini neri nella foto) e cotto la confettura un altra mezz’ora. Alla fine ho frullato un po’ la frutta rimasta. Poco, però.
Ne son venuti due barattoli e mezzo.
La confettura così resta anche più liquidina, ma a noi va bene lo stesso.
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Ecco, mi piacerebbe continuare a fare questo genere di cose. Con della frutta (e della verdura, perché no?) coltivata da me, però. Vedi alla voce orto nel casale dei sogni.