These are the songs of my life: Quoting Francesco Edition

Chi mi conosce sa che sono una macchina da citazioni. Basta una parola e partono le virgolette.

In questo senso, uno che mi ha attaccato dei vizi inguaribili è De Gregori.

Non c’è niente da fare.

Basta che a qualcuno (di solito mia madre) scappi un “giovane giovane”, che una molla scatta dentro e sono costretto a completare “e figlio di buona donna, e pure ladro, con un sorriso tutto denti di cane, si nascondeva dietro una serie di ‘che ne so’” (qui ci stanno anche le virgolette en abyme).

Se è il momento di salutare, un “ciao” non può che evolversi in “andarsene era scritto perciò ciao ciao, bella ragazza che non m’hai capito mai“.

Se c’è da dare ragione è obbligatorio chiosare “è giusto quel che dici ma i tuoi calci fanno male“.

Ma quel che in fondo in fondo aspetto è che qualcuno se ne esca con un “è una sera” per completare, com’è giusto, “che il fiore mi pesa e le stelle trattengono i loro segreti più freddamente che mai, guardo le mi povere cose, una foto di Angela Davis muore lentamente sul muro, e a me di lei non me n’è fregato niente mai…

 


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