Quali limbi sul mare, che oblio, che respiro dormiente, che atmosfera da tavolino a tre gambe: aleggiano fantasmi da ogni lato e la grande forma bianca di Arthur Gordon Pym ci attrae. Quando i saggi diranno che le sierene sono dugonghi gli riderò in faccia, perché, è vero, ce n’è a ogni curva d’onda, a ogni ricetto di schiuma, e così pure ci sono Nausicaa, i Lotofagi, Circe e le sue meravigliose magie. Impossibile ascoltare le voci degli automi parlanti della famiglia, salutare le persone con cui avevamo commerci di collera, di diffidenza, d’ipocrisia. Si dorme e le idee, i presentimenti consumati fino all’ordito, le astuzie che si appuntano agli oggetti dei ministeri sprofondano con gli ultimi isolotti del Galles in punta a una lontananza che non si avrebbe il coraggio di ripercorrere una seconda volta.