Caro dottor Polidori, solo lei può comprendere il mio stato d’animo. Mi chiamo Cecilia Soffici e credo di essere morta. Ieri sistemavo i capelli di Barbie Reginetta del Ballo, e mi sono soffermata a guardarle il viso. Erano anni che non giocavo più con quella bambola. Dopo qualche istante non riuscivo più a smettere di fissarla.
Lei era viva e io ero morta.
Tra mille anni, scavando tra le sabbie, gli archeologi troveranno ancora Barbie Reginetta del Ballo e la studieranno. La plastica dei suoi occhi profondi è imperitura. Invece, nessuno saprà mai chi era Cecilia Soffici. Il segreto è ridursi a nulla. Essere oggetti. Restare muti è bellissimo. Lasciare agli altri le storie. Io e mia sorella Veronica sbagliamo con le nostre marionette. Loro ci sopravviveranno. Noi pensiamo di muoverle da un gradino più alto dell’essere, ma non è così. Noi umani siamo destinati a svanire. Io no. Io tenterò di essere come Barbie Reginetta del Ballo e come le marionette.
Una cosa, un nulla, un’immortale.Tanti cari saluti,
Cecilia Soffici