Ex Libris 69 (morti)

Snapshot_20121201

Il parco era debolmente illuminato, vicino ai cancelli, dai lampioni di Fifty-Ninth Street, ma oltre scivolava nel buio profondo. Qui all’ingresso c’erano l’erba e i tronchi degli alberi più vicini, che erano piccoli, piantati da poco. Probabilmente erano uomini trasformati in alberi, che sollevavano le loro braccia di legno, mostrando le foglie cresciute sulla loro carne resa immobile e alterata. Più oltre, l’erba passava dal verde brillante al color giada più scuro, e i tronchi degli alberi più lontani erano di peltro, poi ferro, e poi neri. Oltre l’erba giada scuro, oltre gli alberi neri, c’era il buio più puro, come se l’entrata al parco fosse un anello di foresta che circondava un lago nero, pieno del fruscio delle foglie e di un suono innominabile, sommerso, che doveva nascere dagli insetti e da qualcos’altro. Oltre gli alberi visibili si stendeva la mancanza di rumore che nasceva da un’attenzione illimitata.

Lucas si chiese se i morti potessero trovarsi qui, i morti che non venivano catturati dalle macchine. Qui c’era l’erba, qui c’erano gli alberi. Qui c’era un silenzio frusciante e vigile, lontano dal mondo dei vivi con le sue luci e la sua musica, con le sue vetrine piene di cose. Lucas si fece coraggio e andò oltre, come se potesse annegare in quelle acque di misteriosa profondità, acque gelate, acque che potevano o meno dare ospitalità a pesci e creature che pur non essendo pesci vivevano nell’acqua, creature che erano solo occhi e denti e rapidi movimenti. Non aveva mai visto una tale oscurità. Non era mai così, neanche nella sua stanza da letto con la lampada spenta, neanche quando chiudeva gli occhi.

 


Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...