Ex Libris 64 (demolizioni)

Andò su e giù per la stanza, in silenzio, per un po’. Poi la sua voce si elevò a lamento funebre per le case del ghetto cadute vittime della distruzione, perché il suo cuore era attaccato a tutto ciò che era antico e destinato a sparire.
«Hanno abbattuto la casa “Al freddo ostello”, e la casa “All’uovo di cuculo”» disse. «Hanno abbattuto il vecchio forno dove mia madre portava ogni settimana il suo dolce del sabato. Una volta mi prese con sé ed io ho visto i tavoli coperti di rame su cui veniva impastato il pane, e le pale dai lunghi manici con cui lo toglieva dal forno. Hanno demolito la casa “Alla corona di latta” e la casa del sommo Rabbi Löw in Breiten Gasse. È servita a una fabbricante di ceste come magazzino, e quando le ceste furono portate via si trovarono delle cavità in tutte le pareti. Non servivano ad alcuno scopo mistico. In esse il sommo rabbino aveva custodito i suoi libri cabalistici».
Si fermò e continuò a enumerare le case che non c’erano più.
«La casa “Alla tana dei topi”. la casa “Al guanto sinistro”. La casa “Alla morte”. La casa “Al panpepato”. E la piccola casa con lo strano nome, qui nella strada, la casetta “Al senza tempo”. Qui, fino a poco tempo fa, ha avuto la sua bottega un sarto degli Aiduchi, l’ultimo che si chiamasse ancora così. Preparava livree per la servitù dei signori».
Si avvicinò alla finestra e guardò oltre i frontoni, i cortili, i cantieri e le rovine delle case.


Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...