Riflettevo l’altro giorno riordinando i libri a casa, sulla lacrimazione estetica.
Al cinema ho pianto tanto che sarebbe sforzo superiore alle mie forze ricordare tutte le volte che ho finito una visione con gli occhi lucidi (memorabile una quasi crisi di nervi a Venezia per Grido di pietra, mentre per A Better Tomorrow III ho perso il conto dei pianti corrispondenti).
Le canzoni che mi stimolano i condotti lacrimali son troppe da elencare (ma qualche post sopra ce l’ho fatto).
Ci sono però solo due libri di cui ricordo aver terminato la lettura in lacrime:
1) Peter Pan (letto già da grande, tra l’altro).
2) La lettera d’amore (letto in un periodo emotivamente un po’ delicato, confesso).
Ah, l’amour, ah, la jeunesse…