Ex Libris 63 (disordine)

Per raggiungere il bagno devo passare attraverso il sentiero che si è spontaneamente formato tra pigiami, fumetti, fogli, biro, libri, scarpe e asciugamani. Lo trovo che, come al solito, puzza di vomito, e dalla finestra aperta sono entrati pioppi e mosconi che adesso sbattono contro lo specchio. Andrea non cambia mai la carta igienica, me ne lascia sempre un filo rachitico, che pende come dal braccio di una mummia. Butto il rotolino nudo nell’immondizia, che trabocca di rotolini suoi simili e carta inzuppata di sangue. Ha chiamato il 2002, rivuole il trend dell’autolesionismo. (E ha chiamato il 1993, rivuole il mio umorismo.) Un giorno gli lascerò un mio assorbente sul cuscino. Uno di quelli del secondo giorno, belli pieni. Intanto piscio, guardando le mosche scagliarsi contro il loro riflesso.


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