In una rubrica che parla di canzoni, vorrei per una volta parlare di quel che vi passa in mezzo, del ponte che lega due mondi, diversi e adiacenti, coabitanti addirittura, nel caso di brani mixati l’uno nell’altro.
Il delicato momento di passaggio tra una traccia e quella dopo, croce e delizia di ogni dj, può trovare su disco momenti indimenticabili, laddove si azzecchi la magia misteriosa o epica di una transizione.
Due me ne vengono in mente, di mirabili: sul finire di Ghost in the Machine, il crepuscolare discendere di un viaggio segreto in tenebre temporalesche; nel mezzo di And the Glass Handed Kites il tripudiante sfociare di Special in The Zookeper’s Boy.