La gattina ha trovato casa, repetita juvant visto che fino a ieri hanno continuato ad arrivarmi richieste per lei.
I tre tremendi dietro casa invece son sempre lì (e nessuno li vuole, troppo grandi ormai, a tre mesi son già vecchi, via!).
Tigrillo sta recuperando il tempo perduto la scorsa settimana in cui l’ho immaginato sofferente, solo e derelitto orbato di cotanta madre, e si fa lunghe maratone di nanne sulle mie gambe (mamma: “Tigrillo è stato bravissimo, non ti cercava, la sera si metteva a dormire sulla poltrona accanto a me, e di giorno stava tutto il tempo al fresco in balcone. Solo quando sei tornata si è messo a fare casino”).
Ale e io abbiamo iniziato ufficialmente la stesura del nuovo romanzo. Il vecchio continua a girare in attesa di qualche segnale vitale da parte degli amici (quelli che ancora non ci hanno detto il loro parere) o della prima tornata di editori (che dovrebbero smaniare per pubblicarlo).
Io ho inaugurato la mia ennesima vita nova: sveglia presto, tenere la casa in ordine, scrivere tutti i giorni e fare tapis roulant per mandar via quell’impertinente rotolino che mi si è depositato sulla pancia.
Moka ha deciso che si dorme solo e solamente nei pressi di Vale, quindi sul computer.
L’ortolano ha deciso che continuerà a regalarmi carote fino alla fine del mondo, quindi vai di centrifugati che le carote fanno bene.
V(ale)ntinamente 