Ho già parlato di Moka, di come lo abbia trovato, di quanto lo ami…
È sempre stato un po’ pecetta, ‘sto gatto… un giorno starnutisce, un altro giorno magari ha un po’ di raffreddore, una volta è isterico a causa di Tigrillo, un’altra volta per qualche gattina in stallo, un’altra si mangia un maglione o una sciarpa di Ale, cose da thai. E però, io pensavo comunque di avere un certo grado di comunicazione, con lui.
Insomma, di capirlo, e di farmi capire.
Pensavo.
Credevo, ecco.
Da qualche giorno Moka si rifiuta di mangiare. I primi due, preoccupatissima, ho immaginato chissà che scenari pandemici. Povero il mio Moka malaticcio e depresso. Povera me, come farò?
Farò che poi a Moka gli è passata. La depressione. La voglia di fare capricci invece no.
Il giorno seguente, dopo che si è ripreso – per lo meno nell’umore, ha iniziato a vomitare. E vomita che ti rivomita, mi produce due, no: tre bellissimi rotoli di pelo, dieci centimetri minimo.
Saltello per tutta casa, contentissima. Oh, ora riprenderà a mangiare, no? Nel frattempo ho dovuto dar fondo a tutta la scorta di snackini prelibati, per nutrirlo, e gli ho pure ordinato i crocchi specifici per i thai. Smette di fare capricci? Naaaa… E perché rendere le cose così facili, eh, Vale?
A parte che adesso fanno TUTTI i capricci.
(Ho commesso un tragico errore di valutazione: gli ho comprato un paio di mesi fa, ai disgraziati, le crocchette Almo. E loro non gradiscono il ritorno al consueto cibo di tutti i giorni, no no no.)
In questo momento però si vede che più che ‘l capriccio, poté il digiuno: è andato a razzolare i crocchi che avevo messo nel trasportino per consolarlo mentre ci stava chiuso dentro.
Chiaro, no?
(No. Lo so, questo post è confusionario. Abbiate pieta, sono reduce da una settimana pesante. A volte mi chiedo chi me l’ha fatto fare, di immergermi in questo vortice gattesco. Poi, bastano due paste, un frrrr, e si sa, la carne è debole…)
Una risposta a "Vitagatta – The Moka Connection"