La storia della lettera della commissaria europea alla pesca che scrive a Camilleri per chiedergli di non far più mangiare a Montalbano piatti basato su un tipo di pesca insostenibile nel Mediterraneo è interessante.
Premesso che lui dice di non averla ancora ricevuta, e quindi non può giustamente rispondere entrando nel merito, le sue reazioni a caldo, per come sono riportate in giro (da prendere quindi sempre col beneficio d’inventario), lasciano un po’ così.
Nel senso che – a parte i titolacci a effetto sulla UE vs Montalbano – frasi come “siamo seri” e “perché prendersela con un personaggio di fantasia”, da parte di uno scrittore, non ci sembrano adeguate.
Un responsabile politico appassionato di letteratura che pensa di rivolgersi pubblicamente a un autore amato su un tema di tale rilevanza ecologica dimostra al contrario di prendere molto sul serio la letteratura, e di considerarne attentamente il suo impatto sul “reale”.
Non vogliamo pensare che Camilleri non sappia misurare il potere immenso della fantasia, e non veda la grande occasione che offre un simile assist offerto da un rappresentante del Potere a uno della fantasia.
La passione di Montalbano per il pesce è parte costitutiva della caratterizzazione del personaggio, e nessuno pretende che diventi vegetariano. Ma se un paladino della giustizia come il commissario dimostrasse di avere a cuore le sorti di quel Mediterraneo in cui tanto voluttuosamente nuota, sarebbe un bel segnale per tutti.